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CANTIERI TOSI TARANTO – Storia e Progetto

La Fondazione Michelagnoli promuove il Progetto di studio dell’area degli ex Cantieri Navali Tosi che impegna gli studenti del quarto anno di Architettura del Politecnico di Bari nel laboratorio di Progettazione Architettonica istituito Ad hoc.

A Taranto Ubaldo Occhinegro assessore comunale all’’Urbanistica ed Edilità, porta avanti una serie di iniziative per  rilanciare le economie sommerse della città, recuperando aree dismesse di straordinario interesse architettonico e paesaggistico. D’accordo con il prof. Giuseppe Fallacara, docente di Progettazione Architettonica e il New Fundamentals Research Group del Politecnico di Bari è stato attivato un laboratorio di Progettazione Architettonica allo scopo di  studiare le possibilità di recupero di un’area fortemente contraddistinta da un insieme di caratteri antropici (bacini navali, impianti industriali, hangar e gigantesche gru) e di componenti paesaggistiche uniche e in posizione nodale e strategica per il futuro sviluppo della città. 

Il Convegno “CANTIERI TOSI TARANTO – Storia e Progetto”, organizzato su iniziativa della Fondazione Michelagnoli, presenta i primi risultati di studio degli studenti, illustra le prospettive e i progetti per i Cantieri Tosi, narra la storia, a tratti esaltante, degli ottanta anni di vita dei Cantieri e descrive l’Architettura dell’insediamento industriale caratterizzata da robuste superfici perimetrali e da grandi aperture vetrate.

I Cantieri sono sorti nel Settembre del 1914 sulle rive del Mar Piccolo nella parte settentrionale del primo seno, in località “Leggiadrezze”, nota anche come “Citrezze”, luogo di numerosi citri, polle d’acqua dolce che affiorano in superficie per via della natura carsica del suolo, e nelle vicinanze del poetico fiume Galeso. Praticamente di fronte all'arsenale, nelle stesse acque protette che avrebbero assicurato in ogni momento le migliori condizioni di varo. 

 

 

Il sito possedeva favorevoli collegamenti stradali con la provinciale che portava allo stabilimento militare di Buffoluto e collegamenti ferroviari con la linea per Brindisi. Una posizione favorevole per ricevere ed inviare prodotti via terra e via mare. 
A Taranto si costruisce lo scafo e l’intera piattaforma navale, e a Legnano le macchine di propulsione e gli altri impianti di bordo che venivano inviati per ferrovia al cantiere, attraverso un raccordo che lo congiungeva alla stazione di Nasisi. La specializzazione del cantiere nella costruzione di sommergibili portò ben presto a un grandioso sviluppo degli impianti e all’adozione delle innovazioni più recenti della tecnica costruttiva navale, come, per esempio, la saldatura elettrica per la quale i Cantieri furono i pionieri nel Mezzogiorno d’Italia. Rappresenteranno per Taranto e per i Tarantini fattore di crescita e forte motivo di orgoglio.
Dopo il 1943 la scarsità delle commesse e la crisi della cantieristica porteranno i Cantieri sull’orlo del fallimento. Con l’intervento dell’IRI l’attività prosegue nella riparazione di navi e in interventi di “chirurgia navale”. 

Nel 1990 l’impianto viene definitivamente  chiuso e acquistato dalla società Nigro che ne ha recuperato alcuni edifici per la sua attività di costruzione e montaggio di carpenteria industriale.


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