Il villaggio Buffoluto

Il villaggio Buffoluto

Buffoluto non è certamente un villaggio. E’ un insediamento militare per il deposito, la gestione, e la logistica del munizionamento della Marina.

Però intorno agli anni ‘60 si era sviluppato un forte senso di comunità ad opera dell’Ammiraglio Odoardo Pontoglio, Comandante dello Stabilimento, e Buffoluto, concluse le attività operative, si animava, come una sorta di villaggio, di eventi di aggregazione, attività sportive, giochi, e momenti di svago cui partecipavano le famiglie dei militari in servizio residenti a Buffoluto.

Gara di freccette e gare di corsa libera, ma anche partite di calcio, passeggiate a piedi e per chi poteva anche a cavallo.

Gara di Corsa libera
Gara di freccette
La villa dell'Ammiraglio

Nel ’64 era stata costruita una Chiesa e una scuola materna, nello stesso piazzale in cui dieci anni prima era stata eretta una colonna monolitica sormontata dalla statua della Madonna, per celebrare l'anno Mariano 1954 proclamato da papa Pio XII in occasione del centenario del dogma dell’Immacolata Concezione. Si era creata una sorta di Agorà: un luogo di raduno domenicale dei residenti di Buffoluto. Chiesa e scuola materna sono infatti il fulcro attorno al quale ruota, cresce, si sviluppa e si forma una comunità, e si costruisce il senso di appartenenza.

A completare un quadro di grande attenzione e condivisione di vita in comune fu costruito anche un parco giochi per i più piccini e uno stabilimento elioterapico ad uso dei residenti, e già da qualche anno, prima ancora della costruzione del ponte Punta Penna, faceva bella mostra di sé, affacciato sul I^ seno del Mar Piccolo, l’elegante villino liberty residenza dell’Ammiraglio Comandante di Buffoluto.

A Buffoluto però la vigile attenzione alla vita della Comunità ha radici lontane.

Appena dopo il 1925 era sorta infatti la scuola rurale “Comandante Ferretti”, una realtà molto diversa dalle scuole elementari di Taranto.

A Taranto negli anni dal 1920 al 1930 la scuola si era sviluppata disordinatamente e le aule erano disseminate e spezzettate nell’abitato, con banchi e attrezzature vetusti e inadeguati. La «Voce del popolo» nel 1930 metteva in evidenza il grave disagio in cui da tanti anni la popolazione scolastica di Taranto viveva, costretta in “aule sparpagliate ai quattro venti, il più di esse umide e malsane, antigieniche ed antididattiche, e comunque sempre insufficienti!”. E il disagio era testimoniato anche dai giornali di classe in cui gli insegnanti dell’epoca riportavano tutto quanto accadeva nella vita scolastica, descrivendo le aule, spesso scarsamente pulite, in cui i bambini dovevano stare pigiati in banchi vecchi e rotti.

Mentre i bambini di Taranto e i loro maestri vivevano una scuola che era ben lontana da quella bella e serena propagandata dal regime, a Buffoluto le cose erano diverse. La scuola rurale “Comandante Ferretti” di fatto era una scuola gestita dai militari che dimostravano una grande cura delle aule e degli scolari stessi e mettevano, a disposizione delle insegnanti, marinai e operai a far da bidelli e seguire i lavori necessari per rendere le aule vivibili. L’assistenza da parte del personale della Marina era encomiabile, i problemi venivano risolti con particolare sollecitudine e le attenzioni che gli alunni ricevevano erano molte. “La Signora del Comandante ha mandato la stoffa per una divisa da Balilla ed una da Piccola italiana” scriveva nel giornale di classe del 1931 l’insegnante Elda Lucarella della classe v mista. Le famiglie in genere non riuscivano a comprare la divisa da Balilla che imponeva il regime in occasione di celebrazioni e manifestazioni pubbliche.

Tuttavia non mancarono alcune imposizioni dettate dal regime imperante. Uno degli insegnamenti previsti dal regime era l’igiene. Così fu imposto ai bambini il bagno al sabato e visite estemporanee del barbiere. Tutti senza alcuna distinzione ogni sabato alle ore 11 avrebbero fatto il bagno caldo alle docce dei marinai e così le assenze al sabato toccarono vertici eccezionali!

Della scuola rurale “Comandante Ferretti” a Buffoluto non rimane traccia, ma la tradizione di promuovere il sereno apprendimento in spazi educativi ben curati, continuerà nel 1968 con la scuola materna.

 

Il territorio di Buffoluto è ricco di luoghi incontaminati e di lunghi viali alberati per lunghe e rilassanti passeggiate, da percorrere a piedi, in bici o anche a cavallo.

 

Terreni agricoli con alta e incolta vegetazione circondano antiche masserie, delle quali ormai rimangono tracce vetuste, come la Masseria Petrulo del XVIII secolo, di proprietà dell’antica e nobile famiglia dei Boffoluti, da cui la località prende il nome.

 

In leggero declivio, degradano verso il mare maestosi alberi d’ulivo e chi si spinge fino alla costa può godere, all’ombra degli ulivi, l’eccezionale panorama che offre il secondo seno del Mar Piccolo. Nei paraggi, in un tratto pianeggiante è stato individuato un settore di necropoli inquadrabile fra il VI e IV secolo a.C.. legato certamente ad un insediamento agricolo greco, a testimonianza della storia secolare del luogo.

I maestosi ulivi di Buffoluto
Area Necropoli
Panorama sul secondo seno di Mar Piccolo

A Buffoluto archeologia, storia, natura e ambiente si intrecciano a costituire un patrimonio culturale che la presenza operativa della Marina Militare contribuisce a mantenere integro.


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