Approfondimenti

Le scogliere sommerse in Europa

L’esperienza spagnola e quella francese. Secondo l’esempio del Giappone e degli USA, il Mediterraneo ha conosciuto un certo sviluppo nella costruzione delle scogliere sommerse, con lo scopo di ottenere un accrescimento della produzione ed una migliore valorizzazione della risorsa biologica litorale, in un contesto di relativa povertà e di degrado delle popolazioni ittiche, conseguenza delle alterazioni dell’ambiente e dell’overfishing.

Quello che sarebbe potuto divenire un terzo polo a livello mondiale, nel settore delle scogliere sommerse (per la protezione e la conservazione) – e cioè il Mediterraneo -, resta in realtà un fenomeno di minore importanza sia per la mancanza di ampiezza, sia per lo scarso seguito, sia per la poca integrazione (caratteristica di esperienze come quella di Israele, Spagna e soprattutto Francia).

La Spagna
Nel caso della Spagna le prime esperienze risalgono all’inizio degli anni ’70 e furono degli episodi isolati, senza continuità né seguito scientifico. È solo a partire dal 1986 che in Spagna viene approvata una ambiziosa legge quadro, il Programma di Orientamento Pluriennale 1987-1991 o P.O.P., con la quale, dopo aver raccolto informazioni su questo genere di iniziative, le amministrazioni (statali e regionali) spagnole, decisero di appoggiare la creazione di scogliere sommerse, per poi chiedere finanziamenti comunitari. Esempi di moduli utilizzati sui fondali delle isole Canarie Attualmente in Spagna si possono contare circa 57 iniziative di cui 16 sono state finanziate dalle singole regioni e 41 dallo Stato e dalla CEE. Dalle esperienze sino ad ora effettuate in Spagna, si può concludere che vi sono due tipi di scogliere sommerse ed altrettanti scopi: uno produttivo mediante strutture di grandi dimensioni ed uno per la protezione della risorsa tramite costruzioni di piccola taglia.

La Francia
La situazione nel Mediterraneo francese è ben diversa da quella spagnola, precedentemente analizzata. Tra il 1980 e il 1992 sono stati sommersi circa 30000 m3 di blocchi e strutture in calcestruzzo, distribuiti lungo le coste delle regioni del Languedoc-Roussillon e Provence-Côte d’Azur.


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