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La Direttiva Europea sulla Strategia Marina

La Direttiva Europea sulla Strategia Marina

La Direttiva Europea sulla Strategia Marina riconosce il rumore come elemento negativo per la qualità dell'ambiente marino

La direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (MFSD - Marine Strategy Framework Directive) istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino. Adottata il 17 giugno 2008, è stata recepita nella legislazione nazionale con il D.Lgs. n. 190 del 13 ottobre 2010.

Per l’attuazione in Italia della Strategia Marina, l’Autorità competente è il Ministero per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), che coordina le attività nazionali, avvalendosi per il supporto scientifico-tecnico dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (ISPRA)

L’obiettivo generale è raggiungere il buono stato ecologico (GES – Good Environment Status) delle acque marine dell'UE entro il 2020

Il buono stato ambientale richiede In particolare che:

- La struttura e le funzioni degli ecosistemi consentano a questi ecosistemi di mantenere la loro resilienza ad un cambiamento ambientale dovuto alle attività umane.

- La biodiversità venga salvaguardata e protetta

- Le attività umane per la produzione di energia, non siano fonte di inquinamento, e il rumore sia compatibile con il corretto funzionamento degli ecosistemi.

Ogni Stato membro è tenuto a elaborare e mettere in atto “una strategia” per le sue acque marine, per ogni regione o sottoregione marina, che consta di una “fase di preparazione” e di un “programma di misure”. 

È indispensabile che tali strategie siano coordinate, coerenti e ben integrate con quelle previste da atti normativi comunitari e accordi internazionali già esistenti e siano sempre aggiornate e riviste ogni 6 anni. 

La Direttiva Europea sulla Strategia Marina riconosce il rumore come elemento negativo per la qualità dell'ambiente marino, e identifica due principali categorie, il rumore impulsivo  di elevata potenza (prospezioni geosismiche con airgun, sonar sia militari che civili, costruzioni offshore con piantapali), e il rumore continuo a bassa frequenza (soprattutto dovuto al traffico navale).

La  “Marine Strategy” chiede agli Stati di predisporre opportuni strumenti di monitoraggio e controllo, fra cui il monitoraggio delle popolazioni di cetacei e del rumore subacqueo distinto tra quello intermittente (sonar, airgun, ecc.) e quello continuo a bassa frequenza (principalmente dovuto a traffico navale).

In Italia ISPRA ha raccolto i dati acustici presenti, definendo le criticità esistenti, le aree e il il piano nazionale di monitoraggio previsto dalla Direttiva stessa

Il quadro giuridico in Europa, grazie alla Direttiva sulla strategia marina, è ora radicalmente mutato, e concrete azioni mitigative degli effetti nocivi del rumore nell’ambiente marino sono non solo legalmente possibili ma anche obbligatorie


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