Nel giugno del 2006 Nave Vittorio Veneto è stata posta in disarmo e iscritta come “galleggiante” negli inventari della Difesa. Da allora la Marina la tiene in custodia, salvaguardandone l’integrità fino a quando non venga definita la sua futura destinazione.
Musealizzazione o alienazione?
Nel giugno del 2006 Nave Vittorio Veneto è stata posta in disarmo e iscritta come “galleggiante” negli inventari della Difesa. Da allora la Marina la tiene in custodia, salvaguardandone l’integrità fino a quando non venga definita la sua futura destinazione. Un impegno che dura ormai da undici anni.
La Marina nel custodire la nave ha richiesto al RiNa (Registro Italiano Navale) la verifica delle condizioni di galleggiabilità e di robustezza strutturale dello scafo, ma anche la mappatura e l’inventario dei materiali pericolosi.
Sono verifiche necessarie per valutare la destinazione futura dell’Unità, sia che si tratti di musealizzazione o di definitiva alienazione.
E per l’eventualità della alienazione, nel caso in cui non ci siano “concrete manifestazioni di interesse alla musealizzazione”, la Marina deve prepararsi a rispondere agli obblighi della convenzione internazionale di Hong Kong per il riciclaggio delle navi, che deve essere sicuro e compatibile con l'ambiente.
Allo stato attuale al Ministero della Difesa è solo pervenuta una manifestazione d'intenti, avanzata dalla soprintendenza dei beni archeologici della regione Friuli Venezia Giulia, relativa ad un'eventuale musealizzazione da realizzarsi nella città di Trieste, senza tuttavia un progetto dell'impresa museale, dei costi associati e della copertura finanziaria per l'intera attività.
La Fondazione Michelagnoli ripropone la manifestazione d’interesse alla musealizzazione del Vittorio Veneto a Taranto -a suo tempo avanzata dalla Regione Puglia, per il tramite dell’Assessore Regionale Massimo Ostilio nel 2008- e auspica l’inserimento della nave museo tra i progetti da realizzare nell’ambito del Contratto Istituzionale di Sviluppo per Taranto.
Lo stato dell’arte del progetto di musealizzazione
Il processo necessario alla trasformazione di Nave Vittorio Veneto in Museo è un processo articolato, che dopo studi e progetti di fattibilità, dovrà condurre alla individuazione del soggetto proponente, alla cessione gratuita della Nave ad un Ente Museale e quindi alla realizzazione delle opere di adeguamento e trasformazione e successiva musealizzazione e gestione della Nave-Museo. Qual è lo stato dell’arte di questo processo?
- Esiste uno studio di fattibilità prodotto nel 2008 da Fincantieri dopo un sopralluogo sulla nave e redatto sulla base dello studio di prefattibilità elaborato dalla Fondazione Michelagnoli.
- Esiste un primo progetto di gestione e fruizione del bene elaborato dalla Fondazione insieme all’allora Associazione Nave Museo Vittorio Veneto.
Questi studi dovranno essere aggiornati per tener conto dello stato attuale della nave, per ridurre gli spazi museali e ottimizzare i costi di adeguamento e i costi della la manutenzione della nave-museo e superare gli ostacoli che in passato impedirono la finalizzazione dell’impresa.
- Ed esiste anche un business plan, da rivedere, che fornisce una stima del capitale richiesto e servirà a convincere i soci alla partecipazione all’impresa.
Questi studi hanno consolidato finalità, contenuti, forme e funzioni espositive, inquadramento territoriale, scenari economici.
La nave museo mostrerà se stessa e rappresenterà il mondo del mare nella sua globalità. Oltre a Museo di se stessa sarà Centro di cultura navale e marinara, Centro scientifico e tecnologico per gli usi del mare, Contenitore di eventi culturali e ricreativi.
Il soggetto proponente
Fino ad oggi è mancata la costituzione del soggetto proponente, cioè di un ente dotato di personalità giuridica, legittimato e capace di perseguire lo scopo. Se manca il soggetto proponente è come dire che manca una precisa volontà di perseguire lo scopo. E’ facile intuire però che questa latitanza derivi dalla impossibilità di reperire finanziamenti di un certo rilievo, sia pure parziali.
Occorre definire il soggetto proponente, oltre che nella sua natura giuridica anche per ciò che attiene la partecipazione dei vari soci, con quale capitale e quale ruolo nell’ambito di una Fondazione di Partecipazione che può essere la veste giuridica più idonea che debba assumere il soggetto proponente. La FdP favorisce la collaborazione tra il settore pubblico e quello privato, lasciando all’ente pubblico partecipante i poteri di indirizzo e controllo con i vantaggi di natura procedurale e organizzativa propri di un soggetto di diritto privato. Garantisce lo scopo di pubblica utilità, la stabilità del patrimonio e la pluralità di fondatori uniti da uno stesso scopo.
La Fondazione di Partecipazione per la musealizzazione
Una ipotesi di FdP per la musealizzazione dovrà includere la partecipazione della Regione Puglia, del Comune di Taranto e della Provincia, di industrie della cantieristica a cominciare dall’azienda leader la Fincantieri, di industrie della navalmeccanica e della tecnologia navale come Leonardo(ex Finmeccanica) e altre industrie locali, di Confindustria, Camera di Commercio, Assonautica, banche e altri enti privati e poi Fondazioni e Associazioni.
La FdP coordinerà e costituirà un tavolo tecnico, ilgruppo promotori, si occuperà del reperimento di fondi pubblici e privati e difondi europei, della gestione di risorse umane e della realizzazione di protocolli d’intesa e di convenzioni oltre alle pratiche burocratiche inerenti.
Il ruolo primario sarà quello di Regione e Comune per la promozione, il finanziamento e il sostegno. Lo sponsor tecnico avrà il compito della progettazione/ direzione tecnica/messa in sicurezza, bonifica, adeguamento e trasformazione nave, con investimenti diretti e risorse umane. L’Università si occuperà di arricchire il Patrimonio museale, del centro sc. e tecnologico del mare, oltre alla realizzazione di animazioni multimediali per il progetto di musealizzazione. E’ auspicabile che il progetto trovi l’appoggio della MMI anche per spianare la strada della burocrazia per la cessione del bene, per il superamento delle tante difficoltà oggettive dell’impresa, per ladisponibilità del bacino di impianto e la consulenza generale.
La disponibilità del bene
La cessione a titolo gratuito della nave è resa possibile da una norma, l’articolo 49 della legge finanziaria 2001, con la quale lo Stato permette alle Forze Armate di mettere in disponibilità gratuita a Enti museali macchinari e imbarcazioni demilitarizzati che possono essere una importante testimonianza dello sviluppo della nostra Marina. Per questa legge la cessione del V.V., a titolo gratuito, può essere effettuata solo a favore di Enti Museali con dimostrata capacità di gestione nel settore specifico.
Si potrà fare riferimento al Galata museo del mare di Genova che è una struttura gestita da Costa Edutainment, il cui presidente Giuseppe Costa, in visita a Taranto, ha mostrato interesse alle iniziative tarantine.
Acquisita la nave l’istituzione museale la conferirà in patrimonio alla FdP e contribuirà successivamente alle attività specialistiche di co-progettazione della musealizzazione e successivamente alla gestione della nave museo.